Orari delle Messe


ORARIO INVERNALE

Feriale 18:30

Festivo 8:00  -  10.30


ORARIO ESTIVO

Feriale 19:00

Festivo 8:00  -  10.30

Da metà maggio a fine settembre la domenica alle ore 17.30

 presso la Grotta al Ponte della Delizia

   


Bacheca avvisi e comunicazioni

Duomo del SS.mo Corpo di Cristo

Sorge nella zona più centrale del borgo e fu costruito nella seconda metà del 1400 per costudire la Sacra Tovaglia: corporale macchiato di sangue a seguito di un fatto miracoloso avvenuto a Gruaro nel 1294.

Nel 1454 papa Nicolò V diede ordine di costruire una "nuova chiesa molto più grande e più bella" dedicata al Corpo di Cristo per costudirla e venerarla. 

La nuova chiesa fu consacrata l'8 settembre 1484. Lo stile è francescano, semplice e austero: navata unica rivolta ad oriente, copertura a capriate visibili, presbiterio rettangolare affiancato da due cappelle, con archi a sesto acuto.

L'intervento realizzato sull'edificio nel 1889, modificò profondamente secondo lo stile neogotico, sia la facciata che l'interno. Un intervento del 2005 adeguò il presbiterio alla liturgia del Concilio Vaticano II: fu costruito l'altare della celebrazione rivolto al popolo e collocati l'ambone e la sede. L'intera abside fu riportata alla sua originaria struttura, furono riaperte le due finestre di fondo ed evidenziati i pochi resti di un affresco decorativo del 1600.


Il Crocifisso è un'importante opera d'intaglio che pur richiamando modelli artistici del 1400, viene attribuito a Pomponio Amalteo (1556). 

Dovrebbe trattarsi del Cristo del travo.

L'altare maggiore è della seconda metà del 1600. Riproduce l'architettura di un tempietto nel cui tabernacolo si custodisce, dal 1793, la Sacra Tovaglia. Ai lati trovano posto due statue lignee di Angeli Adoranti. Il tabernacolo d'argento per la custodia dell'Eucarestia è di Giorgio Celiberti (2005).

La cappella di sinistra è occupata da un altare barocco dedicato ai santi Giacomo e Cristoforo. Nella pala di Bartolomeo Ferrari (1667), vediamo anche la Vergine col Bambino, Sant'Anna e San Gioacchino. 

La cappella di destra ospita l'altare di Santa Caterina d'Alessandria. La pala è di Giulio Quaglio (1701). Tradizionale l'iconografia: la santa orante in piedi, l'imperatore in trono, la ruota dentata (strumento del martirio) spezzata dagli angeli, i carnefici abbattuti a terra.

L'altare di San Nicolò (a sinistra) di stile neogotico (fine 1800), è opera dei tagliapietre Giuseppe e Daniele Ciotta di Meduno. 

L'altare della S.Croce (a destra) è di Francesco Caribolo (1705) con una pala di Anzolo da Portogruaro (1605) che rappresenta S.Elena e il ritrovamento della Croce.

La Madonna allattante(Galactotrofusa) è un olio su tavola (prima metà del 1300), opera di una bottega appartenente alla scuola adriatica, attiva a quel tempo sulle coste dalmate. Il dipinto proviene dall'antica chiesa parrocchiale di Santa Maria e San Giovanni. Potrebbe essere giunto a Valvasone verso il 1350. Restò in quella chiesa fino alla fine del 1700. 

Chiamata popolarmente Madonna delle Grazie, fu ed è ancora oggi oggetto di particolare venerazione.




L'organo

Il Duomo di Valvasone è meta di turisti sopratutto per l'organo monumentale, unico esemplare superstite dell'arte organaria veneziana del 1500. Quanto ci è pervenuto di integro dello strumento e quanto è stato possibile ripristinare con rigore filologico nel restauro del 1999, costituisce una preziosa testimonianza della cultura musicale che conobbe, nella Venezia del 1500, il massimo splendore. A Venezia il 5 dicembre 1532, viene stipulato il contratto per la costruzione dell'organo tra alcuni rappresentanti della parrocchia di Valvasone ed il fabricator de organj Vincenzo Colombi.

Nel gennaio 1533, sul lato destro della chiesa viene costruito un piccolo edificio per collocare l'apparato dei mantici. Intanto Stefano Marangon di Venezia definisce gli elementi architettonici della cassa e nel 1535, per i lavori d'intaglio, viene stipulato un achordo con l'intagliador Girolamo, lui pure veneziano. Per la doratura (1536) si incarica Tommaso Mioni da Udine, che conclude il lavoro per il Natale del 1538.

Il ripristino dello strumento eseguito nel 1999 ci ha offerto la possibilità di riavere l'organo nella sua fisionomia originaria, cosi come è uscito dalle mani e dall'arte del Colombi. Anche le opere pittoriche, che sono la parte più vistosa del grandioso apparato scenico, sono state oggetto di un accurato restauro. I dipinti, iniziati da Giovanni de Sacchis, detto il Pordenone e completati dal suo discepolo Pomponio Amalteo richiamano il culto eucaristico, la venerazione della Sacra Tovaglia, costudita a Valvasone fin dall'inizio del 1400 e il titolo della chiesa.


Le portelle aperte raffigurano:


Il sacrificio di Isacco (a sinistra di chi guarda)

Isacco che doveva essere immolato sul monte è figura di Gesù immolato sul Calvario. La Messa è la rinnovazione del sacrificio della croce.


L'Offerta di Melchisedech (a destra di chi guarda)

Il pane ed il vino che il sacerdote Melchisedech offre ad Abramo in segno di ospitalità richiamano il pane ed il vino dell'offerta Eucaristica.


Le portelle chiuse raffigurano:


La raccolta della manna

Il riferimento all'Eucarestia è esplicito. Gesù stesso ne parla nella sinagoga di Cafarnao, promettendo il vero pane dal cielo che da vita eterna.


I pannelli nella cantoria raffigurano:


Nozze di Cana

Cacciata dei mercanti dal tempio

Guarigione dello storpio

Moltiplicazione dei pani e dei pesci

Pianto della Maddalena


Sono tutti episodi evangelici legati in vario modo all'Eucaristia.

Richiamano infatti il banchetto eucaristico, la presenza del Signore cui è dovuto il massimo rispetto, la condivisione che trova la sua ragione nello spezzare il pane, la medicina del corpo e dello spirito portata da Gesù e infine il perdone e la riconciliazione.

SACRA TOVAGLIA

DESCRIZIONE DEL MIRACOLO EUCARISTICO

GRUARO-VALVASONE 1294 D.C.

 

Gruaro era un modesto centro agricolo, antico feudo dei Conti di Valvasone. In un mattino del 1294 una donna scese nel lavatoio pubblico nella roggia Versiola. Mentre strofinava le tovaglie dell’altare, come di consueto faceva improvvisamente, vide il LINO tingersi di rosso sangue, smise di lavare e nel preoccupato stupore si rese conto che il sangue usciva da una OSTIA CONSACRATA rimasta prigioniera tra le pieghe delle Tovaglia. La donna corse dal parroco e questi si portò nel posto e si rese conto dell’evidenza del fatto e in processione riportò il SACRO LINO in chiesa. Con sollecitudine andò dal proprio Vescovo che visto il miracolo pensò di portarlo nella Cattedrale di Concordia ma i Conti di Valvasone si opposero e fu interpellata la Santa Sede. La vicenda si prolungò per diverse generazioni. A conclusione il Pontefice, come attesta il documento, lasciò ai Conti di Valvasone la Sacra Tovaglia ma alla condizione di erigere una chiesa dedicata al SS. Corpo di Cristo.


La porta del Duomo

e le formelle di Edo Janich

Edo Janich, classe 1943, è un incisore, scultore e pittore friulano. Artista a tutto tondo, considerato da Sciascia uno dei più grandi incisori italiani, ha da sempre l'ambizione  di decodificare l'eterno e renderlo accessibile alle persone. Attualmente vive e lavora nel suo paese natale: Valvasone.


Storia delle formelle


Da sempre in cerca di nuovi stimoli e opportunità per promuovere la cultura, negli anni 80', mentre lavorava a Venezia, Edo Janich pensò di creare un concorso annuale per cesellatori che avrebbe visto il vincitore realizzare ogni anno una formella diversa per il portale del Duomo di Valvasone: 24 formelle, 24 artisti, 24 anni. Edo propose il progetto al cesellatore Giancarlo Fecchio, ma fu lo stesso Fecchio a proporgli di realizzare direttamente le formelle. Poco tempo dopo, grazie all'aiuto di Bruno Gri, le prime 4 formelle furono comprate dal comune di Valvasone, e quasi quarant'anni dopo, anche le ultime 4 formelle sono state completate.

Elenco dei servizi

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

E' una costruzione molto semplice a navata unica con abside quadrangolare. Pur conservando la pianta quattrocentesca, nel 1739 subì una profonda trasformazione: furono elevati i muri della navata, aperte nuove finestre e chiuse le precedenti. Con tutta probabilità allo stesso periodo risale anche la costruzione del campanile.

La facciata originariamente doveva essere decorata con le figure dei santi titolari, Pietro e Paolo, come lascia intendere la presenza di uno sbiadito lacerto di affresco.


Gli affreschi di Pietro da Vicenza

La decorazione interna, in gran parte conservata, ci permette di vedere ancora l'opera pittorica (1510) di Pietro da Vicenza, artista influenzato dall'incisivo stile grafico di Gianfrancesco da Tolmezzo, con il quale ha collaborato.

La parete di sinistra della navata, ci presenta in affresco un'edicola suddivisa in 5 riparti, al cui centro figura la Santissima Trinità, sottoscritta dalla sigla PVP (Petrus Vicentinus Pinxit) e affiancata a sinistra dai santi Pantaleone e Biagio, Giovanni Battista e Lucia, e a destra da Apollonia e Caterina, Antonio abate e Gottardo.

Sulla stessa parete esisteva un'altra edicola, di cui restano solo 2 scomparti con san Cristoforo, protettore dei guadi e san Girolamo.

L'opera pittorica interessava forse tutta la chiesa, come pare di capire, dalla presenza, a fianco dell'altare maggiore di un'altra edicola con al centro la Madonna con il Bambino, affiancata dai santi Sebastiano e Rocco, Leonardo e Giobbe.


La pala dell'altare maggiore

Dipinto ottocentesco inserito in una cornice dorata (1642) raffigura i santi Paolo, Pietro, Antonio abate e Andrea, e, in alto, la Madonna con il Bambino tra i santi Giuseppe, Agnese, Valentino e Antonio da Padova.


Gli altari laterali

In navata vi sono 2 altari, realizzati durante la riforma strutturale settecentesca:

a destra, l'altare della Visitazione di Maria s Elisabetta.

Un anonimo dipinto del '600 raffigura:

in alto: l'incontro di Maria con Elisabetta e di san Giuseppe con Zaccaria

al centro: san Giovanni Evangelista che regge sulle ginocchia la città di Valvasone: dipinto interessante in cui si distinguono molto bene il castello, le chiese con i relativi campanili e gli edifici più importanti della città

in basso: san Nicola da Tolentino che prega con le Anime Purganti.

Sull'altare di sinistra sono collocate due statue lignee policrome di fine '400.

Sono i santi Paolo e Antonio abate, opere superstiti di un più ampio gruppo di statue.


L'organo

Come il Duomo la chiesa di san Pietro è provvista di una voce musicale: un raro organo positivo (portatile) del '600, collocato in una apposita cantoria dove è inquadrato da un affresco con due putti che sorreggono un ampio tendaggio, enfatica cornice che sembra stridere con la semplicità dell'ambiente.


L'antico hospitale

Fin dalla prima metà del '300 esisteva un ricovero retto da una Confraternita. All'inizio la sede dell'hospitale coincideva con quella dell'attuale chiesa e sorgeva fuori le mura del borgo. Nella prima metà del '400 fu ampliato e inglobato nella cinta muraria. Di questo primo ricovero, dotato di una piccola cappella, resta, nella controfacciata della chiesa, un affresco di fine '300 in cui è raffigurato Cristo crocifisso tra la Madonna e i santi Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo, opera di un artista di scuola tolmezzina.

Nella seconda metà del '400, il ricovero venne spostato nei locali a fianco e il vano sul quale insisteva divenne la navata della chiesa consacrata nel 1497 e intitolata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e a sant'Antonio abate.

Nel 1806 Napoleone soppresse la Fraterna ma, nonostante corressero anni davvero difficili per il piccolo Istituto, perchè spogliato di una parte notevole dei propri beni, l'hospitale continuò la propria attività assistenziale guidato dalla Congregazione di Carità comunale e in seguito, dal 1937 al 1977, dall' E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza).

Il sec. XX ha visto cessare ogni servizio di carattere assistenziale e sanitario e la trasformazione dei locali in abitazioni private. A ricordare però una gloriosa tradizione a beneficio di chi era nel bisogno o nella sofferenza resta oggi la chiesa, recuperata nel 1991 da un restauro esemplare, che ci da la possibilità di leggere sul monumento le diverse fasi della sua lunga storia e le tante variazioni subite nel corso dei secoli.

 

Chiese e Capitelli

Le chiese e i capitelli che puoi trovare girovagando per Valvasone

CASAMATTA

Cjasamata

Chiesetta dedicata a Maria Assunta.

La troviamo nominata in un documento risalente al 1363. Il suo nome è probabilmente di origine militare.

Nel 1929 venne prolungata di alcuni metri girandone la facciata verso nord. In quella stessa occasione fu costruito il piccolo campanile che la affianca. 

La festa si celebra la sera del 15 agosto con la Messa e un brindisi organizzato dal gruppo Alpini in onore degli emigranti valvasonesi sparsi nel mondo.

TORRICELLA

Turisela

La tradizione vuole che qui esistesse una costruzione di difesa (così fa pensare il nome stesso).

In realtà esiste, trasformato in abitazione, un edificio a forma di torre, sul cui fianco est leggiamo: "Esto nobis, Domine, turris fortitudinis a facie inici-anno salutis MDCLXXXVIII" (Signore sii per noi torre di fortezza contro i nostri nemici-anno della salvezza 1688); e sul fianco nord : "Questa torrisella fu fabbricata l'anno MDCLXXXVIII".

Sull'arcata del portone di accesso ai lati della chiave di volta troviamo un affresco dove a destra è raffigurata la Madonna e a sinistra l'Arcangelo Gabriele

SAN GAETANO

Miseria

Lungo la strada che conduce alla Pontebbana, in un'edicola a muro, è costudita l'immagine di San Gaetano da Thiene, opera pittoresca di Mario Avoledo. Il portone ad arco ribassato che sta accanto introduce in un  cortile su cui si affaccia una costruzione ad archi che fa pensare ad una antica masseria. Le famiglie residenti sono circa una decina.

Con loro si fa festa ricordando il santo la sera del 7 agosto con la Messa e un brindisi.

PONTE DELLA DELIZIA

Il Punt


La Grotta della Madonna di Lourdes, costruita nel 1931 è punto di riferimento dei residenti per gli appuntamenti religiosi, per il ricordo dei loro caduti, per i tanti fedeli che di passaggio sostano in preghiera.

Nel tardo pomeriggio delle domeniche dei mesi estivi viene celebrata la Messa che raccoglie numerose persone provenienti dai paesi vicini.

FORNASINI

Fornasins

Così denominata per l'esistenza di una fornace di cui sono stati rivenuti i resti.

Un tempo molto popolata soprattutto da contadini, la borgata è oggi costituita da una ventina di famiglie che si ritrovano, la sera del 6 luglio per la festa di S. Maria Goretti, attorno al capitello costituito nel 1950 e a lei dedicato.

TABINA



A 100 m. dalla statale Pontebbana sorge la settecentesca chiesa di S. Gottardo, restaurata con la generosa manodopera del Gruppo Alpini e degli abitanti.

La borgata è certamente antica. Oggi l'insediamento della zona industriale ha fatto sì che le famiglie residenti cercassero dimora altrove per cui gli abitanti attuali sono davvero pochi. Il santo protettore Gottardo invocato nelle inondazioni, ci ricorda le bizzarrie del Tagliamento prima di essere imbrigliato dagli argini. La festa da alcuni anni viene celebrata l'ultima domenica di settembre.

BORGO S.ANTONIO

Sant'Antoni

Anticamente era una borgata fuori le mura. Le case sorgevano attorno ad una chiesetta dedicata a S. Antonio abate che, trasformata in abitazione presentava fino agli anni '60 un affresco molto danneggiato e i davanzali in pietra delle finestre. Oggi resta solo una piccola parte di muro perimetrale.

Una trentina di metri più a sud, due edicole a muro, ospitano l'immagine di S. Antonio da Padova: nella prima (casa Marin) una statua del santo; nella seconda (pizzeria Marasca) un affresco opera del pittore valvasonese Mario Avoledo.

Le famiglie del borgo si incontrano a far festa la sera del 13 giugno.

Un tempo fiorente e molto abitata è ridotta ormai a poche case.

Nel 1929 Zol Pietro, fu Leonardo, fece costruire una chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice, che si anima per la recita del rosario nel mese di maggio, per la celebrazione della Messa nella festa di Maria Ausiliatrice il 24 maggio e in occasione delle Rogazioni.

Capitello Mariano

All'interno di questo capitello, situato lungo la provinciale che da Valvasone porta a Casarsa, troviamo un dipinto (opera del nostro pittore Mario Avoledo) dove si vede un cavallo imbizzarrito e un uomo che cerca di fermarlo.

Si narra che tanti anni fa un uomo rientrava in calesse a casa insieme alla sua sposa che attendeva un bambino. Proprio in questo punto furono fermati da due banditi che volevano derubarli. Il cavallo impaurito si infuriò e minacciava di di rovesciare il calesse con grande pericolo per la mamma in attesa. Quell'uomo invocò con tutta la sua fede la Madonna, il cavallo si calmò e i due banditi fuggirono.

In tempi più recenti si racconta che in quel luogo, una mamma in attesa ebbe un brutto incidente d'auto, e che non ci fu alcuna conseguenza per mamma e figlia.

Il " Crist da la Grava"

Il "Crist da la Grava"....il grande crocefisso sulla strada che un tempo portava al guado sul Tagliamento.

Una tradizione racconta che in Grava esisteva da tempo immemorabile una Croce distrutta dalle intemperie. Tra i verbali del Consiglio Comunale leggiamo, che alla metà del 1600, il Comune aveva fatto erigere una croce sul luogo in cui "furono giustiziati quelli della sanità". Chi fossero costoro non si può dirlo con certezza...forse erano i responsabili della salute pubblica che non avevano vigilato a sufficienza per evitare il diffondersi della peste.

Da quelle parti passava la strada che raggiungeva il guado sul Tagliamento. I viandanti avevano così l'occasione di rivolgere una preghiera al Cristo prima di inoltrarsi nelle acque insidiose del fiume. C'è chi dice che con quella croce si volessero ricordare i caduti della guerra napoleonica.


Era il 16 giugno 1980, quando in una lunghissima processione dal Duomo alla Grava, una quarantina di persone, uomini e donne a turno, hanno portato sulle spalle la pesante croce (un quintale e mezzo), ricavata dai travi  di rovere dell'antico tetto del campanile, con il bel Cristo in legno d'intensa e drammatica espressione.

   (boll. parrocchiale 1982)

Edicola dell'Immaco-lata

Via Trento

L'affresco dell'Immacolata è racchiuso in una nicchia protetta da una porticina di vetro. La tradizione dice che il capitello sia stato costruito per ex voto e abbia fatto dei miracoli. Il capitello è stato restaurato nel 2004 mantenendo la struttura originale; prima del restauro era collegato con il muro di una vecchissima serie di case. Le due colonne anteriori provengono dall'antico loggiato del convento dei Serviti di Valvasone.


Si racconta che un uomo percorreva la strada con un carro carico di pali per le viti e sopra di essi c'erano due bambini. Ad un certo punto la sponda del carro si aprì facendo rotolare giù tutti i pali e i bambini. Uno riuscì a saltare ma l'altro rimase nel fosso coperto dai pali. Quando lo tirarono fuori era incolume. Non si sa se la Madonna sia stata fatta dipingere nel luogo dell'incidente o se questi fosse stato uno dei miracoli attribuiti all'Immacolata.

Madonna del Carmelo

L'edificio dove è collocato l'affresco è del 1763 ed era la casa di campagna del conte Segrè. L'immagine raffigura Sant'Antonio intento a lavare e baciare i piedi al Bambino, la Madonna sorregge gli scapolari e San Giuseppe a destra quasi indifferente.

Madonna con bambino

Nell'affresco, databile al 1515, si può intravedere San Sebastiano, a sinistra, la Madonna al centro e San Rocco a destra.

Si trova in Via San Pietro su un muro fronte strada.

Santa Croce con Sant'Elena e l'Imperatore Costantino

L'affresco è la copia della pala della Santa Croce di Anzolo da Portogruaro del 1605 conservata nel duomo di Valvasone; il Cristo in pietra, posto sopra la croce, è opera di Botto Severino. Il particolare sulla destra rappresenta il ritrovamento della croce da parte di Sant'Elena, ma la tradizione vuole che sia il trasporto del legname attraverso il Tagliamento (un quadrato marrone può essere interpretato come una buca o come una zattera).

Si trova in Via Trento in una nicchia fronte strada.

Catechismo per le elementari

                                                                                                       
                                                                                                     
Il catechismo per i bambini inizia in seconda elementare e gli incontri si svolgono il sabato pomeriggio in ex convento e i percorsi sono così strutturati:


seconda elementare

le preghiere

le parabole

il battesimo


terza elementare

percorso di preparazione al sacramento della confessione


quarta elementare

percorso di preparazione al sacramento dell'Eucaristia


quinta elementare

la Bibbia


Catechismo per le medie

                                                                                                   
                                                                                                 
Gli incontri di  catechismo per i ragazzi delle medie si svolgono il sabato pomeriggio in ex convento.

Se il numero dei ragazzi lo permette i gruppi vengono divisi per età, altrimenti si lavora in un unico gruppo.

II percorso prevede approffondimenti sulla Bibbia riportandoli all'attualità del momento.


Catechismo pre Cresima

                                                                                                       
                                                                                                     
                                                                                    ll corso di preparazione alla Cresima dura circa due anni e gli incontri si svolgono in ex convento in orario serale, concordato con i ragazzi di anno in anno, così come  anche gli argomenti da trattare.

 In particolare si cerca di creare una relazione di fiducia reciproca all'interno del gruppo, con confronti sul senso della vita e delle sue difficoltà e sulla propria identità. 

Non mancano gli approfondimenti sul Vangelo con testimonianze  di persone che hanno fatto di questi insegnamenti la loro vita reale. Ci sono momenti conviviali come una buona pizza in compagnia o anche gemmellaggi con altre parrocchie.

Un percorso tutto da scoprire.....



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